La sindrome del colon irritabile (IBS, Irritable Bowel Syndrome) e la dispepsia sono due disturbi gastrointestinali molto comuni che colpiscono tantissime persone. Entrambi causano sintomi come dolore addominale, gonfiore e cambiamenti nelle abitudini intestinali, il che rende difficile distinguerli l'uno dall'altro.
Sebbene siano considerati spesso come disturbi separati, sempre più studi suggeriscono che esiste un legame tra le due condizioni, dovuto al fatto che entrambe le patologie presentano una sintomatologia simile e condividono significativi fattori fisiologici.
Anche se, ad oggi, non esiste ancora una cura definitiva o un trattamento risolutivo, sussistono diverse soluzioni che possono alleviare il dolore e migliorare nettamente la qualità della vita di chi ne soffre, riducendo anche il rischio di riacutizzazioni.
Dispepsia: comprendere i sintomi e le cause del mal di stomaco cronico
La dispepsia, comunemente intesa come "mal di stomaco", è un termine medico che descrive sintomi legati alla digestione difficoltosa, come dolore o fastidio nella parte superiore dell'addome, sensazione di pienezza precoce, nausea e bruciore. Sebbene il mal di stomaco generico possa derivare da diverse cause, la dispepsia si riferisce più specificamente a disturbi funzionali della digestione.
Le cause della dispepsia possono essere suddivise in due categorie principali: organica e funzionale.
La maggior parte dei pazienti, in particolare tra i più giovani, non presenta una causa patologica evidente. Al contrario, nei pazienti anziani è più probabile che ci siano patologie organiche considerate serie. Le cause organiche più comuni comprendono ulcera peptica, reflusso gastroesofageo, malattie delle vie biliari e, in rari casi, il cancro gastrico o patologie che possono richiedere interventi chirurgici.
Anche se i sintomi possono fornire diverse indicazioni, soprattutto in fase di insorgenza del disturbo, solitamente sono necessari test ed esami più approfonditi, come ecografie, endoscopie o radiografie, per ottenere una diagnosi precisa. Cause meno comuni di dispepsia organica, ma da non sottovalutare, includono reazioni a farmaci, pancreatite, sindromi da malassorbimento, disturbi metabolici e cardiopatia ischemica.
Alcuni schemi sintomatici possono portare all'uso di termini come dispepsia simil-reflusso, simil-ulcera o simil-dismotilità. Tuttavia, è importante notare che queste denominazioni non devono far supporre che i sintomi siano necessariamente associati a malattie specifiche e complesse. Infatti, in molti pazienti affetti da dispepsia, la valutazione clinica e l’esame specifico richiesto spesso non rivelano alcuna anomalia in grado di spiegare i sintomi presentati.
Per questo motivo, si usa spesso il termine "dispepsia funzionale", che indica una condizione in cui non c’è una causa evidente, a differenza della "dispepsia organica", che si riferisce a situazioni in cui è stato invece individuato un problema fisico specifico.

Sindrome dell'intestino irritabile: un disturbo intestinale complesso
Nel 1849, il medico James Cumming descrisse la sindrome dell'intestino irritabile (IBS) affermando: “L'intestino è ora costipato, ora rilassato, nella stessa persona. Non riesco a spiegare come la malattia possa avere sintomi così diversi".
Nel corso degli anni, i sintomi gastrointestinali associati a questa sindrome sono stati definiti con diversi nomi, tra cui colite mucosa, colite spastica, colon nervoso e colon irritabile. Oggi, la sindrome dell'intestino irritabile e la dispepsia non ulcerosa sono riconosciuti come i disturbi funzionali gastrointestinali più comuni.
La patogenesi e la fisiopatologia della sindrome dell'intestino irritabile sono complesse e ancora non del tutto comprese. I fattori di rischio che possono contribuire a questa condizione includono predisposizioni genetiche, infezioni, aspetti psicologici e altri elementi ambientali non ben definiti. Si ritiene che le alterazioni che avvengono sia a livello centrale (cervello) che periferico (intestino) giochino un ruolo importante nei sintomi della sindrome dell'intestino irritabile. Lo stress e l'ansia rivestono un ruolo significativo nell'influenzare vari aspetti della salute intestinale, tra cui i fattori psicosociali, la motilità intestinale alterata, la secrezione gastrointestinale anomala e l'ipersensibilità viscerale. Questi fattori possono intensificare i sintomi, rendendo la condizione più complessa da gestire.
Oggi, la sindrome dell'intestino irritabile è considerata un disturbo di alterazione dell'asse cervello-intestino, che implica disfunzioni nel sistema nervoso enterico, autonomo e centrale. In alcuni pazienti, possono presentarsi anomalie più significative a livello periferico, mentre in altri i problemi riguardano il modo in cui il cervello elabora i segnali provenienti dall'intestino. Inoltre, ci sono evidenze che suggeriscono che l'infiammazione nel tratto gastrointestinale, possa avere un ruolo rilevante per alcuni gruppi di pazienti affetti da questa sindrome.
La sindrome dell'intestino irritabile è uno dei disturbi intestinali più comuni e il paziente che ne soffre costituisce una parte considerevole del carico di lavoro per lo specialista (gastroenterologo) e i medici di base. Tuttavia, le opzioni terapeutiche disponibili per questi pazienti sono piuttosto limitate, principalmente perché i fattori fisiopatologici che contribuiscono all'IBS non sono ancora completamente compresi; questa mancanza di conoscenza rende difficile lo sviluppo di strategie di prevenzione efficaci e sottolinea l'importanza di una visita specialistica per una valutazione approfondita. Tale approccio è fondamentale per prevenire l'aggravarsi dei sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Negli ultimi anni, tuttavia, l'interesse per la sindrome dell'intestino irritabile è aumentato e questo ha portato a un cambiamento significativo nella comprensione della condizione stessa; l'IBS è stato considerato come un disturbo principalmente legato a problemi di motilità intestinale e fattori psicosociali, inclusi eventi stressanti.
Sindrome dell'intestino irritabile e dispepsia: due facce della stessa medaglia?
In ambito medico spesso si è parlato della possibilità che la sindrome dell'intestino irritabile (IBS) e la dispepsia funzionale rappresentino due manifestazioni della stessa condizione patologica. Entrambe tendono a coesistere frequentemente, con una sovrapposizione significativa tra i due disturbi.
Circa il 32% delle persone con dispepsia presenta anche sintomi della sindrome dell'intestino irritabile (IBS), mentre l'87% di coloro che soffrono di IBS soddisfa i criteri diagnostici per la dispepsia. La sovrapposizione tra questi disturbi, che include problemi legati alle evacuazioni, come stitichezza, alterazioni nelle feci e difficoltà nello svuotamento intestinale, rimane superiore al 50%. Questa forte interconnessione suggerisce che separare nettamente i sintomi della dispepsia da quelli dell'IBS possa risultare complesso, specialmente quando sono presenti altri fattori, come il reflusso gastroesofageo.
Le analisi dei sintomi non hanno generalmente confermato che queste due condizioni siano entità distinte. Una risposta motoria esagerata dopo i pasti, uno svuotamento gastrico ritardato e un transito intestinale alterato, sia a livello dell'intestino tenue che del colon, possono manifestarsi in entrambi i disturbi e non sono esclusivi né della dispepsia funzionale né della sindrome dell'intestino irritabile.
L'ipersensibilità viscerale è una caratteristica comune sia della dispepsia funzionale che della sindrome del colon irritabile, e sembra poco probabile che sia specifica per una singola malattia o area del corpo. Esistono evidenze solide che collegano l'IBS post-infettiva allo sviluppo della sindrome dell'intestino irritabile. Questo meccanismo, in cui un'infezione scatena sintomi gastrointestinali cronici, potrebbe essere rilevante anche per la dispepsia funzionale, ma non è ancora del tutto chiaro.
Inoltre, i disturbi psicologici concomitanti risultano essere simili in entrambe le condizioni. Diverse classi di farmaci, tra cui procinetici, analgesici viscerali e agenti psicoattivi, possono alleviare efficacemente i sintomi di entrambe le patologie. Le attuali evidenze suggeriscono che almeno alcuni sottogruppi di dispepsia funzionale e IBS possano rappresentare manifestazioni diverse di un'unica entità. Identificare, quindi, bersagli fisiopatologici comuni per lo sviluppo di terapie efficaci rappresenta una priorità per la ricerca futura.
Per quanto riguarda i disturbi associati a queste due condizioni, la sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è generalmente correlata a sintomi che coinvolgono la parte inferiore dell'addome, come le alterazioni delle abitudini intestinali, mentre la dispepsia funzionale si manifesta principalmente con fastidi nella parte superiore dell'addome. Tuttavia, i sintomi di entrambe le condizioni possono variare notevolmente e spesso si sovrappongono o cambiano nel tempo. Questo solleva la questione di quanto sia effettivamente adeguata la distinzione attuale tra IBS e dispepsia funzionale, considerando che i confini tra le due patologie non sono sempre ben definiti.
In conclusione, uno studio recente ha evidenziato che avere un parente di primo grado con dolore addominale cronico o problemi intestinali, aumenta significativamente la probabilità di sviluppare IBS o sintomi di dispepsia, ma non di condizioni come stipsi, diarrea o reflusso gastroesofageo. Al contrario, la presenza di un coniuge con sintomi simili non sembra avere lo stesso effetto, suggerendo che l'ereditarietà o i comportamenti appresi possono influire. Resta comunque incerto se questo sia dovuto a fattori genetici, ambientali o legati allo stile di vita.
Ulteriormente, infezioni acute pregresse o in corso possono avere un ruolo significativo nello sviluppo dei disturbi funzionali intestinali. L'infezione da Helicobacter pylori è ritenuta particolarmente rilevante per la dispepsia, sebbene non sembri influire sulla motilità gastrica o sulla sensibilità dello stomaco durante l'infezione attiva.
Trattamenti e rimedi utili per gestire la sindrome del colon irritabile e il mal di stomaco
I diversi approcci usati per gestire il dolore addominale associato alle malattie gastrointestinali funzionali, con un'attenzione particolare alla sindrome dell'intestino irritabile (IBS), includono cambiamenti nella dieta come l'aumento dell'assunzione di fibre e la riduzione di zuccheri e bevande alcoliche, che possono aggravare i sintomi.
Inoltre, è consigliata una dieta a basso contenuto di FODMAP, che esclude cibi che fermentano facilmente, insieme a diverse opzioni farmacologiche. Questi farmaci comprendono antispastici, olio di menta piperita, alcuni antidepressivi, antibiotici specifici e altri medicinali progettati per regolare la motilità intestinale o alleviare il dolore.
Di seguito, alcuni rimedi utili per gestire la sindrome dell'intestino irritabile e il mal di stomaco.
- Modifiche dello stile di vita, insieme all'uso di probiotici.
- Dieta FODMAP: studiata per limitare il consumo di carboidrati fermentabili nei vari pasti, responsabili di gonfiore e fastidio addominale. Essa prevede tre fasi: inizialmente si eliminano gli alimenti ricchi di FODMAP (carboidrati a catena corta), poi si reintroducono gradualmente per riconoscere quali causano problemi, infine si stabilisce un piano alimentare su misura per controllare i sintomi gastrointestinali.
- Diarrea e stitichezza: la loperamide è efficace contro la diarrea, mentre i lassativi aiutano in caso di stitichezza.
- Terapie psicologiche: se i farmaci non funzionano, si può considerare la terapia cognitivo-comportamentale o l'ipnoterapia focalizzata sull'intestino, specialmente in pazienti che manifestano sintomi di depressione, al fine di migliorare la loro funzione intestinale.
Quando l'intestino manifesta sensibilità e viene colpito da disturbi come la sindrome dell'intestino irritabile (IBS), è molto probabile che si presentino anche sintomi di mal di stomaco. Questa condizione può essere aggravata da una produzione eccessiva di acido gastrico, che può influenzare anche l'esofago, causando bruciore e disagio. Ancora, nei pazienti affetti da morbo di Crohn, l'infiammazione intestinale può provocare una maggiore distensione addominale, aumentando la sensibilità e contribuendo all'insorgere del dolore. Ecco come trattare il mal di stomaco, in questi casi:
- preferire estratti di frutta o verdura: scegliere passati di verdura o succhi, in cui la buccia (la parte più ricca di fibre) è stata rimossa;
- evitare di mangiare la frutta dopo i pasti, risulta più difficile da digerire ed è meglio consumarla come spuntino;
- bere acqua naturale, evitando l'acqua frizzante, che può aumentare il gonfiore addominale;
- praticare tecniche di rilassamento, come meditazione e yoga, può aiutare a gestire l'ansia, riducendo lo stress e migliorando il benessere generale, con effetti positivi sui sintomi gastrointestinali legati al mal di stomaco e all'IBS.
Il mal di stomaco, o dolore addominale, è dunque uno dei sintomi principali della sindrome dell'intestino irritabile (IBS) e influisce notevolmente sulla qualità della vita dei pazienti, in particolare tra le donne. Nella popolazione femminile, il mal di stomaco è spesso correlato a fattori che si manifestano nella vita quotidiana e che determinano la frequenza di gas intestinali e gonfiore.
In conclusione, il dolore addominale rappresenta il sintomo più debilitante dell'IBS, mentre altri fattori, per esempio la diarrea, sebbene meno comune, esercita un impatto significativo, soprattutto nei pazienti con IBS caratterizzata da episodi di diarrea predominante e variabilità nella consistenza delle feci.
Autorizzazione Minsal CH-20250701-25 del 14/07/2025